“Date voi stessi da mangiare”
Questo Vangelo va così, si arriva ad un certo punto che Gesù chiede ai suoi discepoli di dare loro da mangiare, in alcuni casi l’evangelista dice per metterli alla prova, qui perché ebbe compassione della folla che sembrava un gregge di pecore senza pastore.
Date da mangiare!
La fame, la sete, sono elementi ricorrenti nella bibbia, forse perché oltre ad essere ricorrenti nella nostra vita in termini naturali, con questo caldo tutti ci rendiamo conto della sete che abbiamo; sono anche figura della fame e della sete che abbiamo come persona.
Già fame e sete, durante il periodo di quarantena sono sbocciati, già lo erano, molte possibili diete per mangiare bene e sano e dimagrire, cose utili e necessarie, perché se il nostro corpo mangia male anche il nostro spirito sta male.
È bello vedere come il Signore nella prima lettura invia tutti a venire da lui perché è lui che sfama, disseta, e lo fa senza un compenso, senza chiedere qualcosa in cambio. Mi rincuora sempre sentire queste parole, mi rincuorano ma a volte il mio stomaco e ed il mio cuore vanno da altre parti a mangiare.
Occorre imparare a mangiare bene nella vita per non stare male, come occorre nutrire lo spirito di cose buone per non sentire i dolori e le angosce su cosa farò domani nella vita. Sembra quasi un paradosso scoprire che le cose che servono sono gratis da Signore, mentre le cose che non servono sono a pagamento. Noi tutti siamo un po’ tirchi, ma davanti ad una cosa che è gratis ci chiediamo dove sta la fregatura, mentre se una cosa costa, allora ha valore ed è necessario spendere il più possibile purché la si acquisti.
La sazietà spirituale, non c’è dieta che la possa creare, non c’è spesa che la possa acquistare, occorre solo essere coscienti di avere fame e scegliere il giusto ristorante, il Signore.
Non stupiamoci che, con la fame di senso che c’è in giro, non tutti vengano a mangiare dal Signore, da giovani il nostro stomaco è abituato a digerire di tutto, si sente impotente e pensa di poter fare a meno del cibo del Signore, o se lo ha assaggiato una volta o 2 negli anni di catechismo, non è detto che continui a farlo. Magari gli è anche piaciuto, non gli faceva così schifo, ma entra in lui, come in noi la logica della moda, non va più di moda. La logica perché devo andare a prende il senso della vita da un altro quando posso farne a meno e farlo io, o anche la logica del è ormai cibo vecchio che a me non serve più ormai so cucinare da solo. Infine c’è la logica del è gratis, non ha valore o mi costa troppo a livello di fatica andare alla cena del Signore preferisco fermarmi alla cena di casa mia.
Il Signore non demorde, alla fine rimangono 12 ceste piene, 12 ceste come le dodici tribù, ceste che rimangono lì per noi e ci aiutano a sfamare i più bisognosi quando noi iniziamo a fare fatica a dare cibo e senso alla gente. Gesù è lì con le 12 ceste della provvidenza per aiutare noi increduli che grazie al suo aiuto, alla sua forza posiamo fare grandi cose!
ignette per pensare e sorridere
Non lasciare che ti rubino la speranza e la gioia, Papa Francesco
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