Chissà quanto ci sono rimasti male i due discepoli di Emmaus… Avere Gesù accanto e non riconoscerlo per ben 11 km di strada! Erano forse troppo pieni di dolore, incapaci di sperare che dopo la morte in croce ci sarebbe stata per loro una risurrezione… Forse, lungo il tragitto, quei discepoli somigliano un po’ a noi in questo periodo: timorosi e sconfortati, incapaci di vedere la speranza oltre il buio…
Appare Gesù si fa riconoscere, si apre ai discepoli, e lo fa con un gesto semplicissimo, che caratterizza nel più profondo la nostra quotidianità: spezzare il pane… ???? Gesù ci mostra che quel Gesto così “banale”, così semplice, è la chiave di tutto, e il momento in cui finalmente si può esclamare: “È il Signore!”, E riconoscere che Lui è stato accanto a noi fin dall’inizio, anche in quel tragitto che profumava di sconforto e tristezza…
Dopo lo spezzare del pane Gesù scompare… Vuole fuggire? Ha altro di meglio da fare? Ci lascia in balia del mondo? No… Niente di tutto questo. Quel “conto” che Gesù lascia a noi è la sfida della TESTIMONIANZA, è la chiamata a non tenere per noi quello che di bello abbiamo sperimentato e condividerlo, annunciarlo… È come se Gesù dicesse: TOCCA A TE ????????
Proviamo anche noi, in questi giorni a riconoscere Gesù nella condivisione delle nostre case, sulle nostra tavole, e a saper riconoscere che davvero il Signore abita questo tempo di buio; lo abita con noi e ci invita a condividere e ad essere testimoni, nelle nostre case, nella nostra quotidianità
Commento di Michele Gherardi
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Non lasciare che ti rubino la speranza e la gioia, Papa Francesco