Vangelo della Domenica
E alla fine ci siamo ancora dentro, e pensare che speravamo tutti di averlo scampato, questo fantastico nuovo lockdown, c’eravamo impegnati, eravamo rimasti alle regole, niente vacanze, solo al Farno, al più in Val piana, avevamo rinunciato alla discoteca come allo sport, alla piscina come i convegni culturali, ma siamo ancora qui a fare i conti con questa notte che torna e ritorna, o non se ne è mai andata.
Notte di sogni o di incubi
La notte, tanto poetica, ma tanto spaventosa, ricca si sogni come di incubi. Notte nella quale siamo chiamati a vegliare ad aspettare chi? Qualcuno, come il Signore che sembra non arrivare mai! Vedi in questo periodo, quanto avremo voluto un colpo di spugna per cancellare tutto, un tocco di bacchetta magica per risolvere i nostri e i problemi altrui.
Dormiamo
Tutti alla fine ci siamo assopiti, sia gli stolti che i saggi, anche le nostre comunità cristiane, dalle grandi alle piccole, tutti in questo periodo ci siamo addormentati o per lo sconforto o per lo spaesamento o per dimenticare questo periodo funesto abbiamo preferito dormirci sopra. Tutti dormono la differenza non la fa il vegliare, perché come i discepoli nell’orto degli ulivi non ne siamo capaci, troppo umani per attendere il Signore svegli. È ancora lui che ci sveglia.
Speranza del ritorno
Si, perché alla fine è il Signore che ritorna, lui arriva dal suo viaggio, ci possiamo chiedere perché così tardi, che strada ha fatto, perché ci ha fatto rimanere troppo tempo da soli senza di lui, perché non ha lasciato un segno per testimoniarci che lui alla fine c’è. Tutte domande che ogni giorno ci facciamo e anche se proviamo a darci una risposta, essa si frantuma con il fatto che lo sposo, il Signore che ho tanto atteso, non è ancora arrivato.
Gesù torna, con i suoi tempi, ma torna, e questo è fonte di speranza per tutti noi!
Mai pronto!
Torna, ed ora che faccio, ecco le differenze per dire che uno è saggio ed uno è stolto. Come ho vissuto l’attesa? Mi accorgo sempre che, prima pensavo sia stata troppo tardi, ma ora è troppo presto, non sono mai pronto. Come quando devo uscire la sera e l’amico passa a prendermi sotto casa, non sono mai pronto anche se sapevo a che ora passa per uscire la sera.
Tra lampade ed olio!
Alla fine, il Signore ritorna, ma come abbiamo coltivato la relazione con lui nel frattempo? Beh, se non c’è sono scusato se non ho coltivato la relazione con lui! Bon allora che senso ha questa cosa della lampada e dell’olio? La lampada è la nostra vita, a cosa serve un lampade? A fare luce per sé e per gli altri, se il Signore non c’è posso però essere luce per gli altri, posso illuminare, e una vita che illumina non è sicuramente una vita che si lamenta, che getta fango, che c’è la con tutto e tutti. Mi stupisce in questo periodo che: 1. Ci siamo già dimenticati cosa è stato per noi a marzo. Del quanto è stato brutto per noi, ed adesso che altri sono nella nostra stessa situazione, l’unica cosa che siamo capaci di dire “se la sono cercata, potevano prevederlo”, noi che abbiamo preteso rispetto e comprensione, non siamo capaci di fare altrettanto!
2. Che ci piace di più sparare a zero sulla gente e sugli altri, come la loro lampada è accesa bene o male, che piuttosto guardare la mia di lampada. Ci piace lamentarci di questo di quello, senza però fare noi un primo passo! Sembra che al posto del paese degli inventori, l’Italia, sia il paese di chi si aspetta tutto dovuto dall’alto.
Occorre avere olio per far andare la lampada, essa non basta da sola, per aspettare il Signore non si può avere la lampada e pensare che essa basti. Se non c’è l’olio per illuminare allora a cosa l’ho presa a fare questa lampada? Cosa è l’olio per la mia vita? Olio sono le mie azioni!
Olio e batteria del cell
Mi piace fare un semplice paragone, se il Signore, lo sposo fosse arrivato oggi, la sera ed avremmo dovuto aspettarlo, cosa avremmo usato per aspettarlo e per passare il tempo? Il nostro telefono, che oltre a fare le telefonate, fa le foto, si può fare del bene, giocare e passare del tempo e si ha anche la torcia incorporata. Dipende però come e quanto lo uso. Più uso il telefono, meno batteria rimane, più lo uso per fare cose inutili, meno energia ho per fare poi le cose essenziali. Se lo aspettano per tutta la notte per far lui una foto, ma poi non arriva carico al momento essenziale, cosa mi è servito a fare? Niente! Si, il telefono posso ricaricarlo, ma per ricaricarlo ci vuole tempo e non io posso anche prestarti la mia energia per te, ma me ne rimane di meno, poi magari non è della marca uguale e non c’è l’attacco giusto.
Lampada è inversamente proporzionale, più uso il telefono meno energia ho, più uso la lampada, più la mia vita è una vita buona, luminosa verso gli altri con azioni di carità, di bene, di servizio, di coraggio, più ho olio per attendere il Signore. E non posso passarti né il mio olio, né la mia energia, perché olio ed energia sono le azioni che ognuno di noi ha fatto, io non posso fare una azione al posto tuo. L’olio racconta dei gesti personali, gesti nei quali nessuno ci può sostituire!
A tutti viene data la lampada! Ma non tutti la vogliono usare
A tuti ci viene data al lampada, ma spesso facciamo fatica ad usarla, a portare con oi l’olio, ad avere uno sguardo buono nei confronti dell’altro, a rispettare l’altro, ma non solo nella bella favoletta, del rispetto, se presa sul serio questa cosa ti cambia la vita. Come avere quell’olio, fai agli altri ciò che vorresti che sia fatto a te?! La regola d’oro!
Lo sposo allora si ricorderà di te!
Le azioni buone ci permettono di avere l’olio per entrare con il Signore alla sua festa. È il vivere da cristiani che ci permette di entrare con lui. Non stupiamoci se ci sentiamo dire, no, non ti conosco, se nella tua vita, hai voltato le spalle all’altro o hai seminato zizzania più che carità. Però non tutto è perduto, perché il Signore ci dice infine di vegliare, ci lascia questo compito, veglia, non sappiamo se poi il Signore quella porta la aprirà ancora, ci chiede di vegliare e di recuperare l’olio per la nostra lampada.
Vangelo della Domenica Matteo 25,1-13
Vignette per pensare e sorridere
Non lasciare che ti rubino la speranza e la gioia, Papa Francesco